Il Bilancio di Sostenibilità, riferito all’esercizio 2017, con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 254/2016, ha assunto il rilievo giuridico di documentazione aziendale obbligatoria, sostanzialmente equiparata al Bilancio economico finanziario, avendo in comune con quest’ultimo, tempi di pubblicazione, obbligo di revisione legale, responsabilità degli amministratori ed un regime sanzionatorio.
Abbiamo piena consapevolezza che la nostra Azienda è stata condotta al discrimine, intervenuto quest’anno, tra la volontarietà e l’obbligatorietà della rendicontazione socio-ambientale, poggiando su fondamenta più che solide. Sono, infatti, esattamente venti anni che Acea pubblica, con regolarità annuale, un Bilancio di Sostenibilità, provvedendo alla sua redazione secondo il massimo livello di adesione a linee guida internazionali accreditate. Abbiamo scelto l’opzione, prevista dalla norma, di presentare l’informativa non finanziaria in un documento autonomo e con riferimento ad un preciso standard di rendicontazione. Ciò in virtù della complessità dei business gestiti, della correlata ampiezza delle informazioni, qualitative e quantitative, fornite, della comparabilità con gli anni precedenti, garantita dagli indicatori di performance adottati, ed infine, ma non per minore rilevo, in virtù della vasta platea di stakeholder alla quale ci si è voluti rivolgere. Tale documento, pertanto, in ottemperanza alla legge, è stato denominato Bilancio di Sostenibilità 2017 del Gruppo Acea (Dichiarazione consolidata non finanziaria ai sensi del D. Lgs. 254/16, redatta secondo gli Standard GRI). Abbiamo inoltre confermato l’adesione di Acea al Global Compact Network Italia, nel rispetto dei principi del “Patto globale”, ed identificato nel Bilancio gli elementi rispondenti al livello advanced della Communication on Progress.
Venti anni sono molti, persino per un’Azienda come Acea, che può vantare un’attività ultracentenaria. Il lungo lasso temporale intercorso tra la prima pubblicazione della rendicontazione sociale ed ambientale ed oggi, non solo ha contribuito a costruire solide fondamenta, come sopra accennato, ma ha altresì segnato un percorso evolutivo.
Se ci voltiamo a guardare indietro, dalla prospettiva attuale, ed immaginiamo l’impulso che spinse gli amministratori di allora – era il 1999, anno della quotazione in Borsa – a compiere il primo passo, non possiamo non coglierne il senso di sfida.
Di più, non possiamo non comprendere quanto la scelta volontaria di valorizzare gli aspetti non finanziari della gestione, monitorando e rendendo pubbliche le performance sociali e ambientali ed i fattori cosiddetti “intangibili”, come il capitale intellettuale o relazionale, sia stata il frutto di uno sguardo lungimirante e di una felice intuizione circa l’importanza dei concetti di responsabilità sociale d’impresa e di sviluppo sostenibile, allora fortemente sostenuti dall’Europa.
Un’intuizione capace di cogliere il valore teorico di tali concetti, come principi di orientamento, e, soprattutto, la loro profonda consonanza con la realtà operativa di una multiutility e le potenziali ricadute sul governo dell’impresa e sul suo indirizzo strategico. Acea era, ed è, chiamata a gestire servizi di pubblica utilità, nelle filiere idrico ed energia, essenziali al benessere del contesto ospitante ed alla creazione di opportunità di sviluppo del territorio ed è pertanto tenuta a governare gli impatti sull’ambiente naturale e ad entrare in relazione con il territorio, le istituzioni, le persone. Tra gli ambiti di attività si è aggiunto, nel corso degli anni, il settore ambiente, che oggi porta in sé anche le prospettive di crescita insite nel nuovo paradigma dell’economia circolare, che ci spinge verso il futuro.
La sfida di allora è stata raccolta da tutti coloro che, nell’arco degli ultimi vent’anni, si sono succeduti nella responsabilità del governo dell’impresa, proseguendo lungo il percorso intrapreso, ed i temi della sostenibilità, sempre più diffusi all’interno e sempre più sollecitati dal contesto esterno – nazionale ed internazionale –, sono stati altresì uno sprone per la progressiva evoluzione del modello di business, improntato ai più avanzati principi di gestione integrata. Dal canto nostro, quest’anno abbiamo voluto imprimere una marcata accelerazione a tale percorso evolutivo, intraprendendo, a tal fine, iniziative volte ad integrare la sostenibilità nella strategia e nei processi operativi. Abbiamo organizzato focus group multistakeholder per definire nuovamente, ascoltando le parti interessate, i temi più rilevanti, o “materiali”, sui quali condividere e focalizzare l’attenzione. Contestualmente all’elaborazione del nuovo Piano industriale 2018-2022, abbiamo richiesto alle strutture operative di provvedere all’aggiornamento del Piano di Sostenibilità 2018-2022, avendo chiare le evoluzioni internazionali in tema di sostenibilità indicate dai Sustainable Development Goals (SDG) approvati dall’ONU.
Il riscontro ricevuto è stato rimarchevole ed il Piano, approvato dal Consiglio di Amministrazione e presentato in questa edizione del Bilancio di Sostenibilità, ha individuato 135 target al 2022, con obiettivi strettamente correlati alla strategia industriale, per un valore complessivo stimato in circa 1,3 miliardi di euro. Esso inLETTERA AGLI STAKEHOLDER 7 troduce temi quali l’incremento della resilienza delle infrastrutture in relazione al cambiamento climatico, con azioni di adattamento oltreché di mitigazione, il contributo all’economia circolare, la sperimentazione di nuove tecnologie, sui processi operativi e sulle infrastrutture, anche in vista dello sviluppo del tessuto urbano in ottica smart city.
Abbiamo emanato, in novembre, la nuova Politica di sostenibilità e del sistema qualità, ambiente, sicurezza ed energia, che declina i principi, i valori e gli impegni presi dall’Azienda inquadrandoli nella cornice del perseguimento di uno sviluppo sostenibile ed è parte integrante dei Sistemi di gestione certificati. Abbiamo avviato, tramite la Funzione Risk & Compliance, una specifica attività di analisi tesa ad accompagnare il management verso l’individuazione e la valutazione dei rischi, generati o subiti, con riferimento alle attività gestite, inerenti i principali temi di sostenibilità ed infine, a livello di governance, in dicembre, abbiamo ridenominato il Comitato Etico in Comitato per l’Etica e la Sostenibilità, attribuendo a tale organismo, tra l’altro, la promozione dell’integrazione della sostenibilità nella strategia e nella cultura d’impresa; la supervisione dei temi di sostenibilità connessi all’esercizio delle attività d’impresa e alle dinamiche di interazione con gli stakeholder.
Il valore creato nel percorso sopra sintetizzato trova quindi nel Bilancio il momento di restituzione agli stakeholder, ma implica la continuità del dialogo e del coerente agire.
L'Amministratore Delegato
Stefano Antonio Donnarumma
Il Presidente
Luca Alfredo Lanzalone