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La gestione ambientale

I Sistemi di gestione integrati e certificati secondo le norme UNI EN ISO sono implementati, o in via di implementazione nella maggior parte delle società (si veda il paragrafo dedicato in Identità).

La Holding dispone di un Sistema di gestione integrato Qualità, Ambiente, Sicurezza ed Energia, come fondamento di un modello organizzativo e gestionale che, in sinergia con l’Unità Normativa Ambientale della Funzione Affari Legali e Societari della Capogruppo, ha i compiti di garantire la compliance ambientale e fornire linee di indirizzo generali per le società del Gruppo, affinché il loro approccio alla tutela dell’ambiente sia conforme ai principi espressi nel Codice Etico.

Il processo di pianificazione, previsto dai Sistemi ISO 9001, 14001 e 50001, fissa, ad ogni ciclo, nuovi traguardi di efficienza nella gestione ambientale ed energetica. Il controllo degli indicatori di performance, anch’esso previsto dai Sistemi e messo in atto, consente di valutare la correttezza della direzione intrapresa o di individuare prematuramente segnali di anomalie, che possono essere tempestivamente corrette, in applicazione del principio del miglioramento continuo, punto di forza gestionale, che conduce a ridurre costi e rischi.

Ogni anno l’impegno delle società operative per mantenere efficiente il sistema di gestione delle tematiche ambientali è molto alto; ciononostante possono verificarsi situazioni, di solito provocate da circostanze contingenti, che generano non conformità passibili di contestazione da parte gli Organi di controllo competenti.

Nel corso del 2017 si sono registrate, nell’area consolidata, circa 300 controversie ambientali. In questo numero sono comprese sia quelle sorte nell’anno, non ricollegabili, tuttavia, alle multe pagate, sia quelle che hanno dato, invece, origine alle multe pagate nel 2017 (circa 150), per un ammontare di circa 326.000 euro.

Sempre con riferimento all’anno in esame sono da segnalare due casi di rilievo penale in materia ambientale che hanno riguardato le società Acea Ato 2 e Acea Ambiente.

Relativamente al primo, che vede il coinvolgimento di Acea Ato 2 e dei suoi amministratori per la presunta ipotesi di reato di inquinamento ambientale colposo del Lago di Bracciano, il procedimento è ad oggi ancora in fase investigativa. Per il secondo episodio, inerente lo sversamento di fanghi derivanti dal processo di depurazione presso la discarica di Orvieto di Acea Ambiente, considerato che il presunto illecito non ha determinato alcun impatto ambientale, la società è stata ammessa all’oblazione per l’estinzione del reato.

Infine va segnalato che nel mese di dicembre l’impianto di compostaggio di Aprilia è stato interessato da un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza, giustificato dalla persistente presenza di emissioni odorigene.

I reclami ambientali dei singoli utenti non sono sistematicamente monitorati, se non in modo indiretto. La maggior parte delle Società del Gruppo (come ad esempio Acea Ato 2, Acea Ato 5, Gesesa e quelle dell’Area Ambiente), infatti, riceve segnalazioni principalmente da parte di Organi di controllo o Enti preposti, cui si rivolgono i singoli cittadini. Gli Enti, quindi, agiscono in autonomia con controlli in sito e, a volte, avviano procedimenti e irrogano sanzioni, come sopra accennato. In via eccezionale, può accadere che le Società ricevano da singole persone segnalazioni significative; in questo caso vengono verificate e, ove opportuno, si interviene per risolverle.

Per la Società che cura la distribuzione di energia, inoltre, possono presentarsi osservazioni inerenti presunti danni ambientali, che, tuttavia, celano spesso interessi di natura urbanistica legati alla diminuzione di valore degli immobili di proprietà che ospitano impianti elettrici. Si tratta, infatti, di impianti indispensabili per il corretto esercizio della rete di distribuzione dell’energia elettrica, realizzati da Areti a seguito di autorizzazioni concesse da parte degli Organi tutori del territorio e pertanto pienamente conformi alla normativa di riferimento, compresa quella urbanista ed ambientale. Le problematiche/segnalazioni vengono trattate da parte dell’Unità Patrimonio, che opera in difesa degli asset aziendali. L’Unità Patrimonio riceve le note di contestazione da parte dei proprietari degli immobili che ospitano gli elettrodotti/cabine di trasformazione, e, a seguire, l’Unità Sicurezza effettua le verifiche strumentali in riscontro delle contestazioni. Nel 2017 sono state trattate e chiuse con esito positivo 5 verifiche ambientali (concernenti campi elettromagnetici di cabine di trasformazione).

LA GESTIONE E IL CONTROLLO DI ATTIVITÀ CON IMPATTI AMBIENTALI

Il Gruppo monitora i processi che hanno potenziale capacità di generare impatti ambientali ed in particolare le attività che necessitano dell’uso, o prevedono la presenza negli impianti, di materiali intrinsecamente pericolosi, come ad esempio l’esafluoruro di zolfo, il radon e l’olio dielettrico (si veda il box Materiali potenzialmente pericolosi – una gestione sostenibile).

MATERIALI POTENZIALMENTE PERICOLOSI – UNA GESTIONE SOSTENIBILE

Tra i materiali intrinsecamente pericolosi e gestiti con consapevolezza e conoscenza si ricordano:

  • l’esafluoruro di zolfo, presente come fluido isolante negli impianti elettrici in Alta Tensione. La gestione del gas SF6 avviene con la massima attenzione per evitare perdite o rilasci incontrollati in atmosfera. È previsto l’uso di sensoristica adeguata e l’attento monitoraggio delle operazioni di manutenzione;
  • il radon, un gas derivante da decadimento radioattivo dell’uranio presente naturalmente nel suolo, che, in luoghi chiusi, può raggiungere concentrazioni elevate e dannose per la salute umana. Acea ne monitora le concentrazioni con regolarità; i risultati dei monitoraggi hanno evidenziato concentrazioni medie sempre molto al di sotto dei valori di legge;
  • l’olio dielettrico, sostanza utilizzata come fluido isolante e di raffreddamento nei trasformatori di potenza. Poiché sono note le caratteristiche tecnologiche vantaggiose, ma anche alcune criticità ambientali legate alla sua natura chimica di derivato del petrolio, Acea ha avviato, già a fine 2014, una sperimentazione che utilizza un liquido isolante di origine vegetale, con caratteristiche tecnologiche del tutto analoghe all’olio minerale ma con il vantaggio di essere totalmente biodegradabile e riutilizzabile a fine vita. La sperimentazione riguarda tre trasformatori MT/BT: due con potenza pari a 400 kVA e il terzo con potenza pari a 630 kVA. I trasformatori sono stati progettati e costruiti per questa sperimentazione, quindi riempiti con il nuovo olio vegetale, e messi in esercizio nel 2015. Nel 2017, come già nel 2016, la sperimentazione, che include il monitoraggio delle prestazioni dell’olio dielettrico di origine vegetale, è proseguita, al fine cautelativo di massimizzare la confidenza in tale nuovo prodotto riducendo al minimo eventuali rischi e/o difetti connessi con l’utilizzo.